| Benvenuto a ALCAMO
La città di Alcamo venne fondata nel 828 dal comandante musulmano al-Kamuk, da cui poi la località avrebbe preso il nome.
L'etimologia potrebbe derivare anche da Alquam, terra fangosa, o da Marzil Alqamah, casale di Alqamah; secondo altre fonti fu fondata dagli Arabi nel 972 circa, più di un secolo dopo lo sbarco a Mazara del Vallo che aveva dato il via alla loro conquista della Sicilia, ultimata con la caduta di Taormina del 902.
Sorge in provincia di Trapani su un altopiano di 256 m s.l.m., alle falde del monte Bonifato, alto 825 metri, sul quale esisteva fin dal V secolo una popolazione cristiana sottomessa dai Saraceni i quali in quel periodo (827) erano in guerra coi Bizantini. Una torre in rovina e ruderi dell'antico serbatorio d'acqua della Funtanazza sono oggi le uniche testimonianze arabe di questo paese montano, abbandonato definitivamente dalla seconda metà del XIV secolo.
Il primo documento che parla di Alcamo è del 1154 ed è un passo del Libro di Ruggero scritto dal geografo Edrisi per ordine del re normanno. Edrisi descrive la posizione di Alcamo ad un miglio arabico e mezzo da Calatubo e lo definisce mazil (casale o gruppo di case) con terre fertili e un mercato. Del 1185 è un altro documento che parla ancora di Alcamo e che ne conferma l'origine araba. È un diario di un pellegrino andaluso, Ibn Jubair, che in viaggio da Palermo a Trapani si fermò ad Alcamo che egli definisce beleda (paese con moschee e mercato).
Durante il periodo medioevale l'attuale centro storico era abitato da musulmani e diviso nei quattro casali di S. Vito, S. Leonardo, S. Ippolito e S. Nicolò. Dal 1060 cominciò la colonizzazione da parte dei Normanni. Una serie di rivolte dei saraceni tra il 1221 e il 1243 indusse l'imperatore Federico II di Svevia (1230-1250) a deportare la popolazione araba da Alcamo e i casali divennero gradualmente cristiani. In questo periodo nasce ad Alcamo il celebre poeta Ciullo o Cielo d'Alcamo, autore del contrasto Rosa fresca aulentissima, che costituisce uno dei più originali documenti in lingua italiana. In quello stesso periodo alla popolazione residente sulla terra di Bonifato fu ordinato di scendere a valle e unirsi a quella alcamese.
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